Quando si parla di cessione del credito legata ai bonus edilizi, è fondamentale comprendere la differenza tra pro soluto e pro solvendo.
Questi termini, spesso considerati dettagli tecnici, in realtà determinano chi resta responsabile in caso di problemi e possono incidere pesantemente sulle finanze dei condomìni su questi aspetti.
Il caso: un condominio alle prese con la cessione del credito
Nel caso analizzato, un condominio aveva affidato lavori di riqualificazione energetica a un’impresa, prevedendo il pagamento tramite sconto in fattura e cessione del credito fiscale.
All’inizio la procedura sembrava senza ostacoli, ma
l’arrivo di nuove restrizioni normative nel 2021 ha bloccato la possibilità dell’impresa di monetizzare il credito.
Il condominio, convinto di non dover più nulla, si è rifiutato di saldare il debito residuo, innescando una lunga battaglia legale.
La sentenza: la responsabilità resta al cedente
In primo grado il tribunale aveva accolto la tesi del condominio, ma la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, stabilendo che
la cessione fosse pro solvendo.
Di conseguenza, il condominio restava obbligato a pagare anche in caso di mancato incasso da parte dell’impresa.
A peggiorare la situazione, l’amministratore aveva ignorato i solleciti per ottenere il visto di conformità, contribuendo in modo determinante al fallimento dell’operazione.
La lezione: attenzione alle clausole e alle scadenze
Questa vicenda conferma quanto sia fondamentale analizzare con attenzione i contratti e
verificare se la cessione del credito sia pro soluto, che libera il cedente da ogni ulteriore obbligo,
oppure pro solvendo, che lo vincola a intervenire in caso di difficoltà.
La gestione accurata dei documenti, il rispetto delle tempistiche e la collaborazione tra le parti risultano essenziali per evitare contenziosi e costi imprevisti.
In un contesto normativo in continua evoluzione, la conoscenza e la prudenza rappresentano le vere chiavi per proteggere i propri interessi.