Nel Superbonus la CILAS è l’unico titolo valido che apre le porte all’agevolazione. Chi prova a sostituirla con altri titoli edilizi corre un rischio altissimo: perdere tutto, anche se i lavori sono regolari e le fatture in ordine.
CILAS: unico titolo valido per accedere all’agevolazione – il caso
La vicenda arriva da Caserta, dove un condominio aveva avviato gli interventi con lo sconto in fattura per oltre 750mila€.
Al posto della CILAS era stata presentata una SCIA.
Cantieri aperti, spese sostenute, carte apparentemente a posto.
Il controllo però l’Agenzia delle Entrate ha fermato l’agevolazione con una motivazione secca:
senza CILAS non c’è bonus.
La contribuente ha tentato di difendersi, sostenendo che la SCIA fosse un titolo “più ampio” e quindi idoneo.
Ma la Corte di Giustizia Tributaria ha respinto il ricorso: dal 1° giugno 2021 la regola è chiara e non ammette scappatoie.
Perché la CILAS non si sostituisce
La Corte ha ricordato che la CILAS non è un fronzolo burocratico, ma un tassello centrale del sistema. Il legislatore l’ha creata per raccogliere dati in modo uniforme e per garantire controlli rapidi ed efficaci.
Dal 5 agosto 2021 esiste anche un modello unificato, pensato per eliminare dubbi e differenze tra uffici.
Non importa che altri titoli edilizi sembrino più “robusti”: per il Superbonus l’unica strada è la CILAS.
Chi ignora questa regola perde automaticamente il diritto all’incentivo, senza possibilità di recupero
La lezione per contribuenti e professionisti
Il messaggio che arriva da questa sentenza è semplice e duro:
la burocrazia conta quanto i lavori.
Un errore che può sembrare solo di forma rischia di bruciare l’intero beneficio fiscale.
Professionisti e cittadini devono muoversi su un binario preciso, perché non esistono scorciatoie né interpretazioni alternative.
La CILAS rappresenta il lasciapassare obbligatorio e, senza di essa, il Superbonus resta un miraggio.
Una regola che può sembrare rigida, ma che conviene imparare bene per non trasformare un’opportunità in un salasso.
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