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Addio Superbonus!

Cantieri fermi, investimenti al minimo e nessun piano strutturale all’orizzonte. Il Superbonus ha terminato la sua corsa e l’intero comparto attende risposte concrete.

Il Superbonus ha smesso di trainare l’economia dell’edilizia.

Con i dati aggiornati al 30 aprile 2025, l’ENEA certifica una situazione ormai sotto gli occhi di tutti: la misura simbolo della ripresa post-pandemia è entrata nella sua fase conclusiva.

Il ritmo degli investimenti si è drasticamente ridotto, i nuovi cantieri sono praticamente scomparsi, e l’orizzonte futuro appare privo di un’alternativa strutturata.

Una corsa che si è fermata

Le cifre parlano chiaro: gli edifici interessati dall’agevolazione sono arrivati a 499.860, ma l’incremento rispetto al mese precedente è stato trascurabile – appena 151 unità in più.

Un tempo, si assisteva a una crescita frenetica, con miliardi di euro movimentati ogni mese.

Oggi, i flussi si sono ridotti a poche centinaia di milioni.

Non si tratta più di nuove attivazioni, bensì della conclusione degli interventi già avviati, in un panorama che sembra sempre più privo di energia e direzione.

Lavori (quasi) terminati ovunque

In tutte le categorie di edifici, il completamento dei lavori è pressoché totale:

  • i condomìni hanno raggiunto il 95% delle opere previste;
  • le abitazioni unifamiliari e le unità funzionalmente indipendenti hanno superato il 98%.

Il clima generale ricorda quello di una sala cinematografica che si svuota prima ancora dei titoli di coda: la fase clou è passata, ma nessun nuovo “spettacolo” è in programma.

Un trend nazionale, da Nord a Sud

Il calo non è localizzato, ma riguarda l’intero territorio italiano.

Le Regioni che hanno guidato il boom degli investimenti, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, stanno semplicemente chiudendo i progetti in corso.

Nelle aree più piccole il quadro è lo stesso, ma con cifre proporzionate.

Ovunque si registra lo stesso copione: una grande spinta iniziale, seguita da un lento svuotamento di attività.

Il nodo irrisolto: cosa viene dopo?

Il vero tema non è tanto la fine del Superbonus, che era nell’aria da tempo, ma l’assenza totale di un piano successivo.

Non esistono oggi misure altrettanto incisive in grado di raccogliere l’eredità.

Gli altri incentivi rimasti in vigore (Ecobonus, Sismabonus, Bonus Casa) risultano meno accessibili, più complessi nella gestione e decisamente meno appetibili per famiglie e imprese.

 Una pausa che rischia di diventare un punto morto

L’attuale fase di stallo non è priva di rischi.

Senza una nuova visione strategica, il comparto edilizio potrebbe affrontare:

  • una contrazione occupazionale significa;
  • un blocco nella compravendita immobiliare;
  • un rallentamento degli interventi di riqualificazione energetica, fondamentali per raggiungere gli obbietti europei in materia ambientale.

Verso un bivio decisivo

Il settore si trova oggi sospeso tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.

Da un lato, una stagione straordinaria di investimenti e riqualificazione; dall’altro, l’incertezza di un futuro senza direzione.

Servono strumenti nuovi, politiche coerenti e una strategia di lungo respiro.

Solo così si potrà evitare di tornare indietro, verso un’edilizia inefficiente e un’economia stagnante.

Chi ha beneficio del Superbonus, o si è trovato ad affrontarne le complessità, sa bene quanto possa fare la differenza una guida esperta.

E in questo momento, più che mai, serve competenza, chiarezza e visione.